CAPOLAVORI al Mousée d Orsay




Questa pagina è dedicata ad alcune tra le più belle opere conservate al Mousée d'Orsay a Parigi, museo situato sulla riva sinistra della Senna nel tratto tra il ponte di Solferino e il pont Royal prospiciente ai giardini delle Tuilerie nelle immediate vicinanze del Louvre. Le grandi sale espositive sono il risultato della trasformazione delle ex-stazione della "Gare d'Orsay" salvata dalla demolizione ed incluso fra i monumenti storici nazionali.

Jean-Auguste-Domimnique Ingres, La fonte, 1820-1856, olio su tela, 163x80




 "La fonte" é uno splendido esempio della capacità di Ingres di mediare il vero con l'ideale, di imitare la natura senza tradire i canoni del più puro e sublime classicismo. Ingres parte dall'idealedi perfezione classica per trasformare la propria modella nell'emblema universale di una bellezza eterna, di incantevole purezza e armonia,

Edouard Manet, Olympia, 1862, olio su tela, 130,5x190 cm.
"Quando i nostri artisti ci danno delle Veneri, correggono la natura, mentono. edouard Monet si è chiesto perchè mentire, perchè non dire la verità; ci ha fatto conoscere Olympia, questa figlia del nostro tempo, che ha incontrato sui marciapiedi, con le magre spalle strette in uno scialle di lana tinta. Il pubblico, come sempre, si è ben guardato dal capire quel che il pittore voleva; vi sono stati alcuni che nel dipinto hanno cercato un senso filosofico; ad altri più licenziosi, non sarebbe dispiaciuto trovarvi un'intenzione oscena. Dite loro dunque ad alta voce, caro maestro, che non siete affatto quel che essi pensano, che un quadro per voi è un semplice pretesto per un analisi". (Emile Zola, 1867).

Alfred Stevens, Il bagno, 1867 circa, olio su tela, 74x93 cm.

Charles Durand, La dama con il guanto, 1869, olio su tela, 228x164 cm.
Gran parte dell'eleganza della composizione di questo celebre dipinto si deve al fascino della modella, la moglie pittrice di Durand, che sceglie una posa a effetto, tanto elegante e civettuola quanto volitiva e sicura. La gamma cromatica, ridotta ai toni del grigio e del nero, e lo sfondo indefinito suggeriscono una qualche affinità con l'opera dell'americano James Abbott McNeill Whistler.

Claude Monet, La gazza, 1868-1869, olio su tela, 89x130 cm.

Pierre-Auguste Renoir, La lettrice, 1874, olio su tela, 46,5x38,5 cm.

Pierre-Auguste Renoir, torso di giovane donna al sole, 1876 circa, olio su tela , 81x65 cm.
Pierre-Auguste Renoir, L'altalena, 1876, olio su tela, 92x73 cm.
"Mio padre era convinto (.....) che i suoi quadri non sarebbero stati capiti prima che fosse passato almeno mezzo secolo. Amava dire 'vorrei poter nascondere le mie tele e chiedere ai miei figli di metterle da parte per molto tempo prima di esporle al pubblico'. Sperava che le sue opere vivessero tanto a lungo da poter essere giudicate in un momento più favorevole. Quarant'anni dopo la sua morte, possiamo dire che il suo desiderio è stato esaudito". (Jean Renoir, 1962)

Alfred Sisley, La neve a Louveciennes, 1878, olio su tela, 61x50,5 cm.
Fedele all'idea che "il bianco in natura non esiste" - come osserverà anche Renoir - e che il colore della neve dipende dalla condizione climatica del momento, Sisley "sporca" la neve con rapide pennellate di marrone, ocra e grigio, per suggerire una precisa sensazione atmosferica, Splendida anche l'idea compositiva, semplicissima, essenziale come una stampa giapponese: le due diagonali della stradina, sottolineate dai muretti che la costeggiani, accompagnano lo sguardo dello spettatore verso la figurina al centro, la cui sagoma scura, risolta con un rapido tocco di colore, costituisce un necessario punto di riferimento nel cangiante gioco delle pennellate che lo circondano.

Edgar Degas, La classe di danza, 1871-1874, olio su tela, 85x75 cm.
Lungi dall'essere attratto dalla grazia della danza o della bellezza delle danzatrici, Degas studia le ballerine con occhio quasi scientifico, incuriosito dalle complesse contorsioni alle quali esse sottopongono le loro esili anatomie, dalla postura dei loro corpi e dai gesti, talvolta neppure poi così aggraziati, come nel caso della giovane impegnata a grattarsi la schiena ritratta in questa celebre lezione di danza.

Pierre-Auguste Renoir, Le bagnanti, 1918-1919, olio su tela, 110x160 cm.
"Lo stato di grazia viene dalla contemplazione della più bella creazione di Dio, il corpo umano", spiega Renoir a un giovane Henri Matisse in visita nel suo studio, "la sofferenza passa ma la bellezza resta, Io sono perfettamente felice e non morirò prima di aver completato il mio capolavoro". Il capolavoro di cui parla Renoir è questa grande tela, da lui terminata pochi mesi prima di morire, quasi la summa di tutta la sua storia pittorica, coerente punto di approdo della sua ricerca.

1 commento:

Anonimo ha detto...

COMPLIMENTI, UN SITO MOLTO BELLO E ASSI CURATO.
Carlo T.