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domenica 12 febbraio 2012

CORNICI ANTICHE IN VETRO: Preziosi riflessi.


Esemplare seicentesco con dettagli in vetro dipinto e coprigiunta in metallo dorato.

 In vetro e specchio, impreziosite da aplicazioni in metallo dorato, erano realizzate da esperti artigiani della Serenissima tra il XVI e il XVIII secolo. Piccoli e ricercatissimi gioielli da collezionare  (tratto da Antiquariato articolo di Livia Negri - Fotografie di Laila Pozzo).

Cornicetta a specchio del '700 con decori incisi

All del vetro veneziano appartiene un capitolo ancora poco indagato, ma che inizia ad attrarre l'attenzione di appassionati, studiosi e collezzionisti: quello delle cornici in vetro e specchio, opere realizzate per lo più a Venezia tra Sei e Settecento. Il concetto di cornice "moderna", ossia concepita come oggetto indipendente, si afferma nel XV secolo: nei pollittici medioevali spesso, infatti, era ricavata nella stessa tavola di legno che fungeva da supporto del dipinto. Da allora si evolve dal punto di vista strutturale e formale e nei territori veneziani si afferma una tradizione di esemplari interamente, o quasi, in vetro e specchio, che a sua volta si dirama in due filoni: le cornici per glòi specchi, in gran voga nel Settecento, e quelle destinate a racchiudere ceroplastiche, dipinti su rame, mosaici di pietre dure o altre opere da collezionare, adatte a studioli e wunderkammer.

Cornice in vetro Luigi XIV fine '600 inizio '700

E in seguito, spesso, trasformare a loro volta in piccole specchiere. Ma nonostante il cambiamento "funzionale", rimane chiara la loro identità di cornice "da quadro" e non da specchio, come si evince dalla forma, che riprende il modello a cassetta, con fasce piatte alternate a modanature digradanti o aggettanti, e dallo stile decorativo più sobrio rispetto alle evoluzioni fantasiose e persino azzardate delle specchiere vere e proprie. Sulla base lignea si delineano le fasce in vetro e specchio, alternate a modanature o a profili spesso in vetro lavorato a torchon, ma anche in ottone o bronzo dorato e intagliato e più raramente in legno dorato. Nella decorazione metallica non mancano teste di cherubino o mascheroni in gusto barocco, sia per i profili perimetrali. Da segnalare i coprogiunta in vetro, anche colorato, soprattutto blu e verde, a foglia stilizzata, magari a imitazione delmarmo o della tartariga. Altra decorazione tipica è l'incisione, che in genere denota una dtazionegià settecentesca.


Cornice dl '600 ideato per soggetto religioso con gancio a testa di cherubino


La rarità delle corniciette in vetro è dovuta anche dal materiale, soggetto a facili rotture. Per il restauro sono pochi gli artigiani specializzati, per lo più a Venezia e dintorni. Questi ingenere sostituiscono i pezzi danneggiati con vetri antichi di recupero, che trattano nelle dovute maniere per poi assemblarli: la difficoltà sta nella lavorazione, data l'estrema fragilità del materiale. Il taglio viene eseguito ad acqua con fili diamantati: la molatura, sempre ad acqua, con frese al diamante; la lucidatura, ancora ad acqua, con ossido di cerio oppure rossetto per ottici, talvolta anche con una mola di sughero con pomice. A secco invece sono eseguite le incisioni, con frese al diamante, per non danneggiare l'argentatura degli specchi.


Cornice in vetro del '700 con filetto argentato con applicazioni e coprigiunta in vetro verde

Dopo un periodo di stasi, la tradizione riprende nella seconda parte dell'Ottocento, declinata nelle diverse correnti: quella storicista che rielabora in modo ecclettico gli stili del passato, e quella di gusto Luigi XVI, caratterizzata da vetri eglomisé sufondi scuri con motivi neoclassici dorati o argentati. Ma la ripresa delle cornici in vetro sarà nei primi decenni del Novecento, quando con la diffusione della fotografia si trasformano in portaritratto, da muro e più spesso da tavolo. Negli anni 30 saranno i grandi maestri del vetro dell'epoca, come Venini, Barovier e Seguso, a perpetuare una tradizione illustre. Specchiata.

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