Art and Antiques: PIERRE BONNARD - Il pittore del tempo che rendeva bella la melanconia.

Pierre Bonnard - 1900 - Siesta

Non è frequente che un artista giunta in tarda età a trovare la sua lingua, e che questa in qualche modo ribalti quanto in gioventù e nella maturità egli era andato cercando. Così fra i pochi, è accaduto in età moderna a Pierre Bonnard; che nato nel 1867, e già a vent'anni sodale si Sérusier, Denis, Vuillard, Maillol, fra gli altri, nel gruppo dei "Nabis", dovette attendere d'aver passato i quarant'anni per scoprire la sua vera natura.

Un post-impressionista con gli occhi ancora ricolmi di Renoir giovane; anche se la luce bianca e lattiginosa che gli invade spesso le sue scene di vita parigina colmandonle come d'una sonnolente attesa, e certi improvvisi tagli prospettici che accentuanola casualità dello sguardo posato su quella realtà, quasi a renderlo analogo a quello d'una istantanea fotografica, preannunciano già un animo diverso.
La malinconia governò nella sua pittura all'apparenza così gioiosa, ricolma di racconti, di colori e in ultimo anche d'una materia in crescita tumultuosa: una malinconia attestata parimenti dai suoi autoritratti, nei quali il pittore si confessa vinto, gli occhi cerchiati da grandi lenti, il volto percorso da rughe profonde, le spalle curve e smagrite.
Bonnard aveva infine trovato, lontano dai clamori dell'avanguardia, una via appartata, solitaria verso una sua modernità. Dopo la morte, la Francia, così pronta di norma a celebrare i propri figli, tardò a riconoscere appieno la figura, prprio per quella sorta di "tradimento" da lui perpetrato nei confronti dell'avanguardia. MA sono poi venuti annipiù giusti e sereni che ne hanno, concordi, statuito la grandezza (da "La Repubblica del 29 gennaio 2012" articolo di Carlo Alberto Bucci).