Molte delle opere d'arte presenti sul mercato internazionale non hanno alle loro spalle grandi storie da raccontare. Giunte da un passato indefinito, queste opere declinano spesso poche ed essenziali generalità: il loro autore, la loro epoca, il loro stato di conservazione, assieme ad altri semplici dati (soggetto, formato, referenze sull'ultima proprietà, eccetera) che servono per calcolarne il prezzo. Punto e basta.
Quando però si viene a Maastricht in occasione del Tefaf si ha già la matematica certezza di imbattersi in dipinti, mobili o oggetti d'arte che possono invece vantare storie e provenienze di eccezionale valore, spesso così illustri, rocambolesche e complesse da poter copiosamente alimentare vere e proprie trame da romanzo.
Sappiamo già che l'edizione 2011 – che apre i battenti dal 18 al 27 marzo – non farà altro che confermare la regola. Nello stand del gallerista americano Dickinson, ad esempio, ammireremo in bella mostra una tela di Pierre-Auguste Renoir illustrante una Donna che coglie fiori (olio su tela, cm 65,5 x 54,4). Se chiederete il prezzo, vi verrà gentilmente risposto che il quadro potrebbe essere vostro per 15 milioni di dollari, e da qui già capite che non siamo davanti a una donna qualsiasi. Infatti, la donna ritratta nel quadro è una delle signore più celebri di tutto l'Impressionismo francese: è Camille Monet, la prima moglie del padre dell'Impressionismo francese Claude Monet.
Il quadro appartiene oggi allo Sterling and Francine Clark Art Institute, un'istituzione americana che ha deciso di metterlo in vendita, attraverso Dickinson, per sviluppare e ampliare altre aree della sua collezione.
La tela racchiude in sé sostanzialmente tre storie: una storia d'amicizia, una storia d'amore e tradimento, una storia di morte e gelosia. La prima trama riguarda il profondo sodalizio che legò per decenni Monet e Renoir. I due si erano conosciuti giovanissimi nella bottega del loro comune maestro Charles Gleyre, assieme ad altri allievi destinati a fare strada, cioè Sisley e Bazille. I due divennero inseparabili al punto che, tra 1866 e il 1875, li si poteva scorgere a dipingere en plein air, uno accanto all'altro, gli stessi soggetti e gli stessi angoli di paesaggio. Camille, la giovane prima moglie di Monet, divenne uno dei loro soggetti preferiti. Claude la immortalò più volte in quadri rimasti memorabili come La passeggiata (Camille Monet con il figlio Jean), una tela dipinta all'Argenteuil nell'estate del 1875 e oggi conservata alla National Gallery di Washington. Ma l'idea del soggetto – ovvero di fissare Camille nei prati in fiore con il suo vezzoso ombrellino – l'aveva avuta l'anno prima Renoir immortalando – proprio nella tela ora in vendita a Maastricht – la bella mogliettina del collega nei prati di St. Cloud appena fuori Parigi.
Camille Doncieux aveva conosciuto Monet una decina d'anni prima. Era un'attraente giovanetta di 18 anni quando entrò al servizio del pittore come modella, diventandone in un batter d'occhio l'amante. Come modella, Camille comparve presto nei quadri più famosi del maestro. Come amante dovette invece stare a lungo nell'ombra, anche perché il padre di Monet si rifiutò di accettarne la presenza a causa delle sue umili origini. Ostacolati dal veto familiare, i due convolarono a nozze solo nel 1870, naturalmente senza la benedizione dei genitori dello sposo.
Dopo aver dato a Monet il figlio maschio Jean, la bella Camille si ammalò. Il pittore volse subito lo sguardo altrove, innescando una tresca con Alice Hoschedé, moglie di un ricco finanziere, amico di Monet e suo fedele collezionista. Camille morì di cancro nel 1879 a soli 32 anni dopo aver dato alla luce, qualche mese prima, il secondogenito Michel. Nonostante avesse già un'amante, Monet fu sconvolto per la perdita della giovane moglie ed espresse il suo dolore personale in un quadro crudo e drammatico dal titolo Camille Monet sul letto di morte, oggi conservato al Museo d'Orsay.
Alice Hoschedé diventò la nuova compagna ufficiale di Monet, lasciò il marito finanziere e collezionista e seguì il pittore a Giverny. Tormentata però da un fantasma: quello di Camille Monet. La povera Alice (che Monet prenderà per moglie solo nel 1893) vivrà perennemente in preda alla più cupa gelosia, una gelosia patologica e sconsiderata che la porterà a compiere atti assurdi. Non potendo – per nostra fortuna – fare a pezzi tutti i ritratti che Monet e il suo amico Renoir avevano fatto alla rivale Camille, Alice si vendicò sulle sue fotografie: le distrusse tutte facendole a pezzi, sia quelle che aveva trovato in casa sia quelle che aveva rinvenuto presso amici e familiari. In verità, le distrusse quasi tutte. Una sola fotografia di Camille è sopravvissuta: si è salvata perché era stata mandata in Olanda nel 1871 ed era conservata in una casa che Alice non era mai riuscita a intercettare. Quella foto è oggi molto preziosa: non a caso è stata pubblicata nel dossier che accompagna il dipinto di Renoir in vendita a Maastricht.
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